lunedì 11 maggio 2009

NUCLEARE??? NO GRAZIE!!!

Visto il piano “triennale per lo sviluppo”, approvato dal consiglio dei ministri, che lancia il “ritorno dell’ energia nucleare”, faccio presente che i cittadini hanno votato a larghissima maggioranza, con i tre referendum del 1987, l’uscita definitiva dell’Italia dal nucleare, come hanno deciso anche in Austria e in Polonia (che non hanno avviato le loro centrali già costruite), Danimarca, Norvegia, Irlanda, Grecia (che hanno rinunciato alla loro costruzione), Germania, Belgio, Olanda, Spagna e Svezia (che hanno deciso di non costruire centrali nucleari nel loro territorio, puntando sulle energie rinnovabili). Il nucleare non ci libera dalla dipendenza dall’ estero; l’uranio è una fonte esauribile e per far funzionare le centrali dovremmo importarlo ed il suo prezzo sta salendo ancora più rapidamente del petrolio, dal 2001 al 2007 si è moltiplicato per dieci. Non esiste nucleare “sicuro” e “pulito”, i reattori di “quarta generazione”, sono previsti tra 25-35 anni (dopo il 2030 e attorno al 2040); intanto il governo vuole costruire centrali di “terza generazione” che non hanno risolto né il problema della sicurezza (non c’è solo Cernobyl, ma decine di incidenti gravissimi come quelli che hanno provocato sette morti nelle centrali Giapponesi tra il 1995 ed il 2005) né come smaltire le scorie che restano radioattive per centinaia e migliaia di anni. La strada maestra, quindi, è quella delle energie rinnovabili. Germania, Spagna, Austria, Grecia, Danimarca e altri tanti stati, europei e non, si stanno liberando dalla schiavitù del petrolio investendo grandi risorse sul’energia solare termica, fotovoltaica e a concentrazione, sull’energia eolica e sul risparmio e razionalizzazione degli attuali consumi. In Italia basterebbe coprire di pannelli fotovoltaici solo lo 0,01% (un millesimo) del territorio nazionale (utilizzando un decimo di tetti, pensiline, barriere autostradali, ecc…) per soddisfare il 20% del fabbisogno nazionale di energia elettrica. Il nucleare è fuori mercato, vive grazie alle sovvenzioni statali e militari; le stime USA per i nuovi impianti danno il costo del kWh a 6,3 cent, addirittura il 20% in più dei 5,5 cent del gas o 5,6 del carbone (anche questi, peraltro, dannosi per la salute e l’ambiente). Per questo negli USA, nonostante gli enormi incentivi stanziati da Bush, nessun privato ci investe dal 1976. L’unico reattore in costruzione in Europa è in Finlandia, perché quello stato carica sul proprio bilancio (dei contribuenti) smaltimento delle scorie e smantellamento finale della centrale (che costa quasi come la costruzione). Gli altri otto stati che, nel mondo, investono nel nucleare, lo fanno, quasi tutti, per produrre anche materia prima per le bombe: Cina, India, Russia, Pakistan, Giappone, Argentina, Romania ed Iran, attualmente nel mirino degli USA, perché non sono loro alleati.
Devis Branciaroli

1 commento:

  1. io penso che quella di usare le centrali nucleari (ovvero costruirle e metterle in funzione) sia solo una scusa per muovere altri soldi.
    insomma, la gente ha già votato all' unanimità di non mettere su suolo italiano le centrali...
    allora perchè ora si insiste tanto x metterle lo stesso?
    la soluzione giusta sarebbe quella di mettere davvero i suddetti pannelli, magari x il 50% della penisola...
    magari sarebbero troppi ma così almeno il dubbio e la minaccia del nucleare sarebbero sventate.

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